8 marzo 2018: Festa della donna con annesso sciopero per sensibilizzare sulla violenza che le donne (ma non solo le donne) subiscono, violenza fisica, psicologica, domestica, sul luogo di lavoro. Pur rispettando il diritto allo sciopero, faccio difficoltà a considerarlo uno strumento utile per questa causa. Sarà che guardandomi intorno vedo colleghe in difficoltà per portare i figli a scuola e organizzare la giornata lavorativa (santi nonni subito), tra corse e incastri di tempistiche e tragitti… A me è andata bene perché mio marito, oggi in viaggio per Milano, ha la prenotazione su una Freccia garantita e quindi posso stare tranquilla che ritornerà in orario per andare a prendere il nostro bimbo.
Oggi ma non solo, da donna mi interrogo sul mio ruolo nella società e il mio pensiero è questo: CERCO DI FARE IL MIO MEGLIO.
Faccio del mio meglio al lavoro, viaggiando, creando valore per l’azienda nella quale ho la fortuna di collaborare da 10 anni con soddisfazione, circondata da donne solidali, intelligenti, simpatiche. Tra di noi ci sosteniamo, ci aiutiamo e non ci lasciamo sole, questo vuol dire tanto, soprattutto quando si sentono le brutte esperienze di molestie e mobbing.
Faccio del mio meglio come moglie e mamma: inizialmente è stato difficile per me conciliare questi due ruoli e mi sembrava di trascurarne uno a discapito dell’altro. Ci ho messo alcuni mesi per capire (e anche per trovare la forza fisica, grazie alla diminuzione delle notti in bianco causa allattamento, denti, febbri!) che la dimensione “famiglia” include tutto ma allo stesso tempo è giusto e fondamentale ritagliare del tempo da adulti così da tenere la coppia unita per crescere un figlio.
Figlio maschio che, da mamma, voglio che cresca con in mente la convinzione assoluta del rispetto per tutti – uomini, donne, animali, ambiente – la comprensione e in generale l’intelligenza emotiva che gli permetterà di vivere la vita con il cuore e il cervello pieni di idee e sentimenti.
Io sono fortunata e guardo la mia vita da una posizione privilegiata: questo però non significa che le cose positive succedano per miracolo. Ci vuole impegno, costanza, pazienza e comprensione, anche per noi stesse! quando ci rendiamo conto di non farcela. Siamo umane e chiedere aiuto fa bene. Ma ricordiamo che insieme ai diritti, vengono i doveri, quindi il mio consiglio è di non fermarci, di non smettere di fare domande per capire, di essere l’esempio per i nostri figli. “Be the change you wish to see in the world”, tanto per citare l’inflazionato Mahatma.
E per tutte le donne che stanno vivendo un periodo difficile, non siete sole. Confidatevi con chi vi sta vicino e contattate i centri anti violenza, eccone alcuni:
- Telefono Rosa (nazionale): http://www.telefonorosa.it/gestore-1522/
- Centro anti-violenza (Comune di Venezia): https://www.comune.venezia.it/it/content/centro-antiviolenza
- Telefono Rosa Treviso: https://www.telefonorosatreviso.org/