Un paio di settimane fa abbiamo prenotato un tavolo a Undicesimo Vineria, un ristorante a Treviso insignito di una stella Michelin. Ci siamo regalati un pranzo a due, gustandoci ogni piatto e anche l’occasione di godere di un momento tra adulti (bimbo a casa!). Fa bene, di tanto in tanto, ritagliarsi del tempo e l’idea del lunch date è da provare!
Undicesimo Vineria si trova in via della Quercia, fuori dalle mura di Treviso, in una zona facile da raggiungere. Il locale è minimal ma accogliente e si è accolti da un team giovane e professionale che ci ha guidato nella scelta dei vari menu (degustazione o à la carte).
Abbiamo optato per il menu degustazione di 4 portate con abbinamento di vini. La parte interessante è che è lo chef che proporrà le pietanze! Ovviamente viene chiesto se i commensali hanno delle allergie/intolleranze e se vogliono evitare determinati prodotti (per me la cacciagione), ma poi appunto è lo chef che prepara un menu omogeneo e coerente a sorpresa. Ci siamo fidati e abbiamo fatto bene!
Come entrées, oltre che al pane fatto in casa con burro soffiato, abbiamo gustato una cialda di nocciole con spinaci e perovskia (detta salvia russa) – la mia preferita-, indivia belga con sciroppo di tamarindo, taco di mandorla con sedano rapa e houttuynia (una sorta di menta), cannolo con baccalà, arancia e dragoncello e per finire spirulina e spugnetta di alghe.
L’antipasto vero e proprio è stata la panna cotta di latte di aringa, mandorla e nepetella: un mix pazzesco di gusti e di consistenze! La mandorla addolcisce l’aringa e tutto ha la consistenza di una crema, nel piatto sembra una nuvola! La poesia per le papille gustative! In accompagnamento abbiamo bevuto un Trebbiano Spoletino Arnéto del 2015.
Il primo piatto: tortellini di tamarindo fermentato, doppia panna e angostura con accompagnamento di un bicchiere di Vermouth Fred Jerbis e Rose Lemonade Fentimans. Questo mix è da rifare a casa, ho già ordinato il vermouth, sarà perfetto per l’estate.
E’ poi stato servito l’agnello con rape, vermouth e patate: non impazzisco per l’agnello perchè rimane rosa ma sono uscita dalla mia confort zone e l’ho provato… che dire, si scioglieva in bocca. E con un sorso di Sancerre rouge 2015 Domaine Delaporte era la poesia.
E visto che c’è sempre lo spazio per il dolce: mascarpone affumicato, farro e caffè con bicchiere sporcato di Rum Panama 2004 Moon Import e birra “Molo” Casa Veccia.
Ultimo spazietto per i dolci: gelatina di fragole, bacio di dama e scooby di kombucha con caffè.
Questo pranzo è stata un’esperienza speciale: trovarsi di fronte ai piatti che vi ho raccontato è sorprendente, soprattutto perchè è difficile cercare di capire come sono stati composti, quali tecniche di preparazione sono state usate… In questo caso si può dire che il cibo diventa arte! Da ignorante in materia quale sono, questo menu mi ha colpita e spero di avere l’occasione di ritornare a gustare altri piatti dello chef Francesco Brutto